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prefazione. cli

e là c’è un ardore di personalità violenta, che scotta. Il fondo delle commedie fiabesche trascende sempre il mondo reale. Ma c’è tale delizia d’impressioni piacevoli in cotesto mondo dei sogni, che si perdona volentieri alla frivolezza dei mezzi per compiacersi de’ risultamenti ottenuti.... In grazia di questi si perdonerà pure al Gozzi, io spero, d’aver scritto dei drammi, nei quali nessuna madre corre dietro a un figlio smarrito, nessun diseredato corre dietro al misterioso portafogli, che gli deve rendere nome e fortuna dopo cinque atti di ginnastica drammatica; e parimenti lo si scuserà s’ei non sale in cattedra tutti i momenti per far la predica, se non maltratta il pubblico, che paga, se non dà in pascolo agli odii democratici l’uomo in abito nero, come il simbolo di tutte le iniquità commesse o da commettere. Questi metodi teatrali non erano ancora in voga al tempo di Carlo Gozzi.1»

Mi sono allargato alquanto a dar notizia della fortuna di Carlo Gozzi presso gli stranieri. In Italia e fino a questi ultimi tempi la critica o lo lasciò nell’obblio, in cui era caduto, o gli fu oltremodo severa, a cominciare dai contemporanei, dal Cesarotti, dal Taruffi, dal Vannetti, dal Gennari, dal Napoli Signorelli, storico dei teatri. Del Baretti ebbi già ragione di parlare e di riferire le

  1. Alphonse Royer, Théatre Fiabesque. — Introduction, pag. 42, 43, 44.