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cxlii prefazione.

che per andare a far visita ai suoi attori ed alle sue attrici. Egli s’affaccia tra le quinte del palco scenico e tutta quella brava gente è a’ suoi piedi; l’Arlecchino gli si prosterna, la prima donna gli fa riverenza, il direttore gli fa recare un sorbetto; persino ogni rivalità, ogni gelosia femminile tace o scompare dinanzi a lui. Ammirate questa grande figura severa e malinconica e la venerazione che essa inspira a tutta la famiglia dei Tartaglia e dei Pantaloni! Perchè tanto rispetto?» Carlo Gozzi (continua lo Chasles, e lo compendio in breve) è uno di que’ genj che spuntano ad ora fissa per incarnare in sè stessi tutto un momento storico. Il Gozzi è l’ultimo discepolo della Spagna eroica, l’ultimo possessore della vena ironica e fantasiosa dei poemi cavallereschi; egli rappresenta da solo la decadenza, la servitù civile e la potenza passata di Venezia, la cui storia comincia come una leggenda, continua come un racconto di Anna Radcliffe e termina come un romanzo dell’Aretino. Posto sul limitare d’un rinnovamento sociale protetto dai filosofi, il Gozzi combatte le ultime battaglie in favore del Medio Evo, che stava per essere distrutto.1 Insomma un Goetz di Berlichingen letterario o poco meno! A critici immaginosi non c’è, come sogliono dire gli Inglesi, autore più suggestive del Gozzi, cioè che offra loro maggior copia, varietà e possibilità di com-

  1. Chasles, Études sur l’Espagne, cit. D’un Thèatre Espagnol-Venitien etc. etc. cit.