fantastico.1 Uguale censura vien mossa allo Schiller in alcune osservazioni sulla Turandot premesse all’edizione di Stuttgart del 1867. Dopo avere terminata la Pulcella d’Orléans, lo Schiller mise mano nell’autunno del 1801 alla Turandot, non secondo l’originale del Gozzi, bensì sulla versione del Werthes, per levarne una commedia, che fu rappresentata a Weimar il 30 Gennaio 1802, natalizio della Duchessa. Allo Schiller mancavano i grandi attori italiani, sui quali poteva contare il Gozzi, gli mancava quella vena di umorismo, di cui era ricco il Gozzi, e appena avea tentato qualche saggio di tal genere nel Campo di Wallenstein. Smorzò quindi tutto il burlesco della Fiaba e insistette di soverchio sulla nota patetica senza mutar poi nulla alla sostanza del dramma.2 Comunque, lo Schiller stesso rivela in due lettere al Körner, del 2 e 16 Novembre 1801, quali furono i suoi propositi nel mettersi a questo lavoro. La riduzione della Turandot fu per esso un riposo ed un’occasione felice di procurare con poca fatica una gran novità al teatro di Weimar. I suoi versi e pochi abili ritocchi avrebbero rialzato di
- ↑ R. Haym, Die romantische Schule. Ein Beitrag zur Geschichte des deutchen Geistes. (Berlin-Gaertner 1870) Erst Buch. Die Märchen und Komödiendichtung, pag. 91-93.
- ↑ Schillers Werke (Stuttgart 1867) VII B. pag. X, XI. Il Prof. Guerzoni nel suo Teatro Ital. nel Secolo XVIII afferma che lo Schiller tradusse giovinissimo la Turandot. Ma lo Schiller era nato nel 1759. Avea dunque 42 anni ed era veramente nella piena maturità del suo genio.