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prefazione. cxxix

accanto allo Shakespeare1 e già Ludovico Tieck aveva presa dal Gozzi l’inspirazione della sua Fiaba: Blaubart. «Senza volere imitare il Gozzi, scrive il Tieck nella Prefazione, il piacere provato nel leggere le sue Fiabe, m’invogliò di comporne una in altra maniera e secondo il gusto tedesco.2» Questa prima racconciatura o trasfigurazione del Gozzi, che di circa sei anni precedette quella dello Schiller con la Turandot, fu acremente censurata dall’Haym. Nel Tieck, che tratta alla Shakespeare la Fiaba, e le presta le intonazioni, il colorito, la passione del dramma storico, e nello Schiller, che senza spogliarla del tutto del suo carattere meraviglioso dà sentimenti e sembianze nobilmente poetiche ai suoi personaggi, l’Haym ravvisa un criterio artistico sbagliato, perchè ogni fiaba è essenzialmente un po’ parodia della forma drammatica vera e quindi anche quel tanto di burattinesco, che hanno le Maschere del Gozzi, e quel che d’abbozzato e di grossolano, che ha la sua fiaba, s’accordano meglio coll’indole di essa, che non le forme drammatiche del Tieck e le schiettamente poetiche dallo Schiller. Fra i tre chi è più nel giusto è Carlo Gozzi, che unisce il burlesco al

  1. Lyceum der Schönen Künste. 1797. Cf.: Koberstein, Grundnisz der Geschichte der deutschen National Litteratur, Band III 4 Auflage, P. 2347.
  2. L. Tieck, Schriften. (Berlin 1828) Vorbericht I Band, pag. VII, in relazione alla sua fiaba Blaubart, che è del 1796.
Masi. i