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prefazione. cxxvii

Amburghese non parli di Carlo Gozzi e solo accenni al Goldoni ed alla fecondità e spontaneità del suo genio comico,1 in una lettera però del 28 Aprile 1776 a suo fratello, che progettava una raccolta di opere teatrali italiane, consiglia di non trascurare quelle di Carlo Gozzi, che stavano per essere ripubblicate in tedesco a Berna, e senza delle quali la raccolta si dovrebbe dire imperfetta, tanta importanza avevano agli occhi suoi le opere teatrali del Gozzi. Notevolissimo è che dello scrivere il Gozzi ed il Cerlone alcune delle parti dei loro lavori in dialetto veneziano e napoletano, il grande critico dà per ragione il discredito, in cui era caduto il brutto italiano infranciosato, che adoperavano nelle loro commedie l’Albergati ed altri contemporanei, nè mostra di meravigliarsi punto d’un tale rimedio.2 L’anno innanzi il Lessing era stato in Italia per accompagnarvi un Principino tedesco caduto in disgrazia e mandato per correzione a svagarsi nella terra dove fioriscono gli aranci, e a Venezia avrà forse vista rappresentare qualche opera del Gozzi o l’avrà letta nell’edizione, che appunto allora era uscita. Nel Tomo IV Carlo Gozzi, la cui polemica avea ora

  1. Dramaturgie de Hambourg. Trad. de Suckau (Paris Didier, 1873) pag. 456. La Dramaturgia finisce al 1768 ed il Gozzi non fu, si può dire, conosciuto in Germania, che dopo l’edizione del 1772.
  2. E. Lessing-Gesammelte Werke. VI Band. (Leipzig 1841) Briefe an Karl Lessing.