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prefazione. | cxix |
che per fama, e di veduta passeggera, mentr’egli era in Venezia pubblicatore della sua Frusta Letteraria. Una sola volta mi trovai accidentalmente nell’abitazione di mio fratello Gaspare con esso e corsero alcune parole tra lui e me, le quali dovevano farmelo più nimico che amico.» Smentisce poi alcuni aneddoti riferiti dal Baretti, e conchiude: «da tutte quelle sue riferte si dovrà giudicare, ch’egli non conosceva nè me, nè l’indole mia, nè la mia direzione, nè il mio costume taciturno e solitario e ch’egli non aveva nessuna pratica domestica e confidenziale con me.1» Così il Gozzi nell’Aprile del 1801, quando il Baretti era già morto da dodici anni, e di tanto zelo non si vede veramente una ragione, se non è quella di togliersi di dosso ogni complicità in tutto il male che il Baretti aveva detto e ripetuto del Goldoni. L’intimità del Baretti con Gaspare Gozzi era ed è notissima. Quanto a Carlo, una sua lettera privata del 17632 mostra ch’egli giudicava con senno i primi Numeri della Frusta, benchè
- ↑ Gozzi, Opere, Ediz. 1802. Tom. XIV. La più lunga Lettera etc. cit. Cemento sopra il Frammento secondo, pag. 86-88.
- ↑ Archivio Veneto, Tom. 3, Articolo cit. del Gozzi. Lettera di Carlo dell’8 Ottobre 1763.
script; and no works of this kind ever pleased me so much: so that when I saw Mr. Garrick there, I lamented that he did not come in carnival-time, that he might have seen some of them acted; and I am confident he would have admired the originality of Gozzi’s genius, the most wonderful, in my opinion, next Shakespeare, that ever any age or country produced.»