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xcii prefazione.

giore varietà e libertà di scelta, ch’egli non abbia adoperata nel Corvo. Il Magrini, che con tanto amore ha studiato questo argomento, ha diligentemente cercato di fissare i riscontri fra quelle fonti e le diverse Fiabe del Gozzi. Si limita però a indicare con qualche citazione bibliografica il risultamento delle sue ricerche e non entra in nessun particolare. Sarebbe molto diffìcile infatti orientarsi in tanta varietà di novelle, che il Gozzi ha messo a contribuzione. L’Amore delle Tre Melarance, il Corvo e Zeim Re de’ Geni sono quelle che stanno in più esatta corrispondenza, le prime due con due fole del Basile (ma più la seconda che l’altra) e la terza colla Storia del Principe Zeim Alasnan e del Re de’ Geni nelle Mille e una Notti. Per le altre si trova qua e là qualche riscontro più o meno largo e non più. Pel Re Cervo, ad esempio, per la Donna serpente, per la Zobeide, pel Mostro Turchino in racconti delle Mille e una Notti, del Gabinetto delle Fate e dei Mille e un giorni, per l’Augellin Belverde nella Bella addormentata nel bosco, per i Pitocchi Fortunati nei Mille e un giorni ed in aneddoti storici contemporanei, ma è quasi impossibile decomporre e analizzare con sufficiente precisione gli elementi varii, che il Gozzi s’è appropriati e ha fusi insieme. La Turandot, una delle più celebri fiabe del Gozzi,1 ha una derivazione delle più lontane e so-

  1. Il Cantù nella Storia degli Italiani, Tom. VI, muta sesso alla bella sdegnosa e ne fa un Re Turandot.