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prefazione. lxxxix

fondamente le vecchie tradizioni della commedia popolare e della commedia dell’arte; le tradizioni, che avea voluto raccogliere e difendere contro il Goldoni, «il più fiero combattitore, com’ei lo chiamava, della commedia nostra improvvisa, che l’Italia abbia avuto.1» Checchè sia di ciò, il Corvo è una delle sue fiabe meglio congegnate; v’ha scene potenti, lo stile ed i versi sono qua e là talmente superiori a quelli delle altre fiabe, che non sarei lontano dal credere vi fosse passata sopra, come in altri suoi drammi, la mano del conte Gaspare. V’è introdotta anche qui, per amore o per forza, la satira letteraria. La Scena VII dell’atto terzo è, per confessione del Gozzi, una parodia del Chiari, che s’ostinava a voler far parlare le Maschere in versi.2 Su di che è da notare altresì la bellezza tipica del carattere del Pantalone, che il Gozzi, in ciò correggendo la tradizione della Commedia dell’Arte, serba uniforme in tutte le altre sue fiabe.3 Nel Pantalone s’incarnano il brio, la bonarietà, la cordialità, ed insieme l’acuto senno

  1. Ragionamento Ingenuo, cit.
  2. Vedi a pag, 97 del presente Volume.
  3. La Commedia dell’arte ora ne fa un tristo, ora un imbecille, ora un dissoluto, reso più ignobile dalla vecchiezza. Vedi: Il Teatro delle Favole rappresentative, overo la Ricreatione Comica, Boscareccia e Tragica, divisa in cinquanta Giornate, composte da Flaminio Scala, detto Flavio, Comico del Serenissimo Sig. Duca di Mantova.All’Ill.mo Sig. Conte F. Riario, Marchese di Castiglione di Vald’Orda et Senatore in Bologna. (In Venetia, Pulciani, 1611).