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canto quarto 87

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     Gran dispute hanno fatto i partigiani
di Marco e di Matteo per questo caso.
Sostenevan parecchi, come cani:
— Matteo non fu d’accettar persuaso. —
Altri giuravan, picchiando le mani,
che rifiutato al certo era rimaso.
Que’ di Matteo di nuovo fanno fronte,
e g^dan saper tutto da buon fonte.
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     E se non fosse che Turpino scrisse
di questo fatto il vero dell’arcano,
ancora ci sarebbon delle risse
a* nostri tempi fra qualche cristiano.
Frattanto il Gratta, un stampator che visse
quando viveva il nostro Carlo Mano,
un uomo coraggioso e intraprendente,
è corso a don Gualtieri prestamente.
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     E gli promise venti e piú zecchini, ’
se la raccolta stampargli facea.
Ornati, foglie, uccelletti e bambini,
e rami assai puliti promettea,
da far maravigliar i paladini.
— Io ho nuovi caratteri — dicea —
e carta fine, ed incisioni albergo,
e so inventar geroglifici in gergo.
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     Io non voglio giá far nessun guadagno
— diceva il Gratta — e sol fo per l’onore. —
Non era il prete men di lui mascagno,
e rispondea: — Conosco il vostro core;
però mi troverete buon compagno. —
Ma io non voglio dir tutto al lettore,
né intomo ciò la trama fra lor fatta;
basta che la raccolta impresse il Gratta.