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canto quarto 85

31
     Sol mi rincresce questo maritaggio,
perch’è cagion che voi stracco m’avete. —
Cosi detto, Dodon fece viaggio
con riverenze tonde assai facete.
Quegli oziosi cambiaron linguaggio
sopra Dodon con parole indiscrete.
Chi disse: — E’ pensa ben, — chi: — Pensa male, —
e si rimason tuttavia cicale.
32
     La voce sparsa di quell’imeneo
mise a Parigi in gran briga gli artieri.
Corron tutti in secreto al prete reo,
cappellan di Terigi, don Gualtieri:
ser Rocco dipintore, ser Maffeo
legnaiuol, venti o trenta tappezzieri,
fabbri, mereiai, stuccatori, una folta.
Dòn Gualtieri, o don Volpe, ognuno ascolta.
33
     Perocché, avendo avuto da Ruggero
cento zecchini di nascosto in dono
per il maneggio, faceva pensiero
anche munger ciascun senza perdono.
E perché tutti nel loro mestiero
van profferendo al prete un util buono
se gli faceva aver l’opra in lor capo,
Gualtier sta ritto come il dio Priápo.
34
     E udite da ciascun l’esibizioni,
fece aver l’opre al miglior offerente,
e foi faceva le disposizioni,
perché Terigi il fé’soprintendente.
Polizze fa ripiene d’invenzioni:
mai non si vide prete piú saccente.
Terigi, forse per troppa allegrezza,
a questa volta ha dato in leggerezza.