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canto quarto 83

23
     Disse che fosse Angelin seppellito
nella contrada dov’egli era morto,
e il piovan di San Favolo, apparito
per la magion, non abbia in tutto il torto.
Volle che fosse l’util ripartito
del funeral. Cosi ridusse in porto
quella battaglia, e a’ casi in avvenire
questo fu legge circa al seppellire.
24
     Vero è che alcun piovano litigante
parecchie volte volle disputare
le circostanze, sequestrando inante,
perch’abbia il morto in diposito a stare;
e potrei dir piú d’un fatto galante,
ma non vorrei fuor de’ miei solchi andare;
e forse uscito son dal mio viaggio,
narrando questo fatto di passaggio.
25
     Dall’altra parte par non istia male
s’egli fu a’ tempi del re Carlo Magno,
perché veggiate sin nel funerale
s’usava piú che la pietá il guadagno.
Il dir ch’è morto Angelino, assai vale;
d’aver questo narrato non mi lagno,
perché vacante rimase il suo posto,
per il qual molte cose verran tosto.
26
     Or si de’ dir che la scrittura fatta
tra la pudica Marfisa e Terigi
fu gran cagion d’una ciarlata matta
nelle case e botteghe di Parigi.
Molti stan con la faccia stupefatta,
tutti cercan le cause ed i vestigi;
sembra che a ognun quella faccenda tocchi,
tante dispute fan, tirando gli occhi.