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Il nobil anzi in sull’altro casato
mantien certa arroganza e preminenza,
che può voler da quel ciò e’ ha sognato
per una stabilita conseguenza.
Terigi è di Marfisa innamorato,
ed è si ricco e ha titol d’«Eccellenza»;
la fanciulla il torrebbe, e non so poi
per qual ragion lo ricusate voi. — 72
Rugger raddoppia minacce e disprezzi.
Marfisa gonfia e grida: — Il voglio, il voglio; —
in sullo spazzo i bicchier getta in pezzi,
ordina al prete di rogare il foglio.
Don Guottibuossi a tutti dui fa vezzi,
e mena con tant’arte quell’imbroglio
che fece dire a Rugger con dispetto:
— Col diavol sia! l’assenso vi prometto. — 73
Ed accordata e fatta la scrittura
fu da Ruggero sempre rinculando;
e Bradamante brusca in guardatura
si fa sentir per casa borbottando.
Don Guottibuossi a Marfisa paura
e gran fatica e sudor va mostrando.
Dicea Marfisa: — E’ l’avranno alla barba:
e’ de’ bastar; questa cosa a me garba. — 74
Un giorno che le visite accettava,
le congratulazioni, i complimenti,
per tutta la citta si ragionava
che in un caffè morto era in due momenti
un paladin, ma il nome si cambiava,
come suol fare il furor fra le genti.
Era ognun curioso di sap)erlo,
siccome voi; ma per or vo’ tacerlo.
FINE DEL CANTO TERZO