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Egli avea de’ parenti di gran stima
e in gran riputazion per la Guascogna.
Questi: — Pagargli i debiti per prima
— avevan tra lor detto — non bisogna;
ma non convien la sbirraglia l’opprima,
che ne verrebbe a noi troppa vergogna. —
E con uffizi e secreti e trattati
teneano in soggezione i magistrati. 60
Tal che pioveva a Filinoro addosso
de’ creditor la rabbia e le parole.
Il peso era venuto troppo grosso,
Filinor sofferirlo piú non puole;
donde una sera, dalla stizza mosso
ed invasato: — Medicar si vuole
— disse — co’ miei specifici ed unguenti
le direzion di questi buon parenti. — 61
E se n’andò secretamente al duca,
narrò del parentado la malizia.
— Fatemi por da’ birri nella buca
— disse, — perch’abbia effetto la giustizia:
voi vederete, pria che il sol riluca,
comparir genti e danari e dovizia,
e fien pagati tutti i creditori,
ed io da mille angosce uscirò fuori. — 62
Il duca fu per scoppiar dalle risa,
udendo l’acutezza di colui;
pur si trattenne, e vòlto in una guisa
che parve uscito da que’ luoghi bui:
— Com’hai si l’alma dal ben far divisa,
prostituito nobile; e da cui
avesti educazion si infame e vile,
cavalier da taverna e da porcile? —