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Tanto che alfin lasciavano a’ librai
a tre soldi la libra i tomi a peso.
Allora il libro divenia d’assai,
e molto ricercato s’era reso.
Cosi viveano smunti in mille guai,
e un altro foco contr’essi era acceso,
il qual scemava loro i partigiani,
che gli tenean per scrittor sovrumani. 60
Erano inver poetastri cattivi;
pur dicean che scrivevan all’usanza.
L’usanza era esser scorretti e lascivi,
d’uno stil goffo e gonfio d’arroganza,
gergoni e ragguazzar morti co’ vivi,
il far di tomi nel mondo abbondanza,
e il predicar che gli antichi scrittori
non si dovean piú aver per buoni autori. 61
Ma Dodon dalla mazza, paladino,
che a difender gli antichi era un Anteo,
sendo lor padri a lui sin da piccino,
non pativa l’apporsi a quelli un neo;
sicché stampava qualche libriccino
che facea disperar Marco e Matteo,
perch’ei rideva in esso a suo diletto,
dileggiando il compor grosso e scorretto. 62
Infin chi nel Boiardo e l’Ariosto
Ietto ha de’ paladini e del re Carlo
e il costume d’allora, dirá tosto
che di lor per ischerzo oggi vi parlo.
Tuttavia starò saldo al mio proposto,
e so ch’io dico il ver, so autenticarlo:
l’ozio, la pace e le scritture nuove
gli avean cambiati, ed ho ben mille prove.