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346 | la marfisa bizzarra |
e che, pena la vita, non doveva palesare il secreto; il quale si sfogò palesandolo in un buco della terra, dal quale buco spuntarono canne, che percosse dal vento suonavano: «Mida ha l’orecchie d’asino», palesando cosí la sciagura di Mida, — è favola nota.
Stanza 89. Si leggea nel lunario da Bassano... |
Altro anacronismo dell’arbitrio dell’autore della Marfisa. Moltissimi lunari degli anni successivi, che si vendono in Venezia, giungono dalle stamperie di Bassano o di Trevigi.
Stanza 114. Non eran di Parigi i bei talenti... |
Sotto il nome di Parigi e di Francia s’interpreti sempre Venezia allegoricamente.
Stanza 116. Marco e Matteo non eran piú scrittori, |
Le opere teatrali del Chiari erano rifiutate da’ comici, perché non facevano piú alcun effetto in iscena, ed egli s’era ritirato a Brescia. Il Goldoni era passato a Parigi a cercar quella fortuna che in Venezia s’era per lui raffreddata.
Stanza 145. Ecco i ministri ch’alzano il sipario, |
I ministri della repubblica di Venezia stipendiati e con la cieca facoltá di poter lucrare quegl’incerti, ch’essi sapevano procurarsi e far certi, erano un numero infinito.