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338 | la marfisa bizzarra |
ANNOTAZIONI AL CANTO SESTO
Stanza 32. Pareva scritta dal fine al principio, |
L’«orazione di sant’Alipio» è una di quelle poesie di versi trivialissimi, che i pitocchi e i ciechi cantavano per le strade e sotto alle finestre delle case, accompagnando il canto loro con un chitarrone, per trarre qualche elemosina.
Stanza 33. E cominciava: «O vergin, vergin bella, |
Si è detta la rivalitá che correva allora tra il Chiari e il Goldoni.
I due primi versi dell’ottava 33 contengono in caricatura lo stile del Goldoni, qualora voleva impacciarsi a comporre de’ versi sostenuti.
Stanza 35. Dodone alcuni versi avea finiti |
Alludesi a’ due partiti infiammati divisi de’ partigiani del Chiari e del Goldoni. I garbugli, i sottomani, gli occulti uffici, che facevano quei due partiti onde non fossero licenziate per le stampe le composizioni dell’autore della 3farftsa, facetamente derisorie le poesie del Chiari e del Goldoni, erano instancabili e furenti.