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appendice 327


I pochi buoni zelanti ecclejjastici furono dalla immensitá de’ viziosi giudicati furbi, impostori, ipocriti, spaventacchi e lusingatori de’ popoli di etemi celesti beni, per cupidigia di beni e d’oro terreno.

I pochi ottimi prèsidi al governo, che osarono, con troppo tardi maturi decreti emanati, di ridurre la gjan massa de’ viziosi al raccoglimento, alla moderazione, alla temperanza, e di regolare il costume disordinato e corrotto, di separare le ore del divertimento da quelle del ripyoso, di procurare che il giorno fosse considerato giorno, la notte considerata notte, onde i tribunali di giustizia e gli uffici non fossero occupati e amministrati da persone sonniferose, rese astratte, balorde ed ebbre dalle veglie, da’ stravizi, dal giuoco, da’ liquori, dalle notturne lussurie, di por freno a’ vestiti immodesti, lascivi, attraenti, solleticatori e coltivatori del vizio nelle femmine rese baccanti dalle furie e dalle sfrenatezze del vizio, furono chiamati dalle orrende strida di un enorme tumulto di voci assordataci, uscite dalle gole dell’immenso brulicame vizioso fremente, sopraffattori, ignoranti, vaneggiatori addormentati nelle goffaggini e muffaggini smodate, deliranti, disumanati, tiranni della natura e punibili.

Noi gli vedemmo rovesciati da’ lor tribunali con tempesta di viziosi voti repubblicani forsennati iracondi, e vedemmo il vizio vittorioso gí’interi giorni e le intere notti scorrere la cittá pel suo dilatarsi, consolidarsi, torreggiare e signoreggiare.

Ben lo disse l’ottimo filosofo morale francese, osservatore profondo, Giovanni La Bruyère, ne’ suoi Caratteri: che chi pretende di por argfine agli abusi del corrotto vizioso costume, dilatati, impossessati, inveterati sopra le popolazioni, non fa che come colui che fruga in una cloaca per iscemare il puzzo: altro non fa che innalzare piú violento e piú insoffribile il fetore.

Se si vorrá considerare senza collera, senza maligna prevenzione e a mente serena il p)oema intitolato £ji Marfisa bizzarra, si troverá che tra il piccolo numero dei buoni inutili, a fronte degl’innumerabili guasti e corrotti, campeggiano, in quel poema giovialmente e urbanamente satirico, gli. Orlandi, i Dodoni, gli Uggieri, gli Angelini, le Aldabelle, le Ermelline ed alcuni altri buoni personaggi, le cui grida, le cui lagnanze, le cui predichette zelanti furono derise e seminate tra le ortiche ed i pruni, come quelle de’ iKxrhi buoni della mia patria.

Preghiamo e speriamo che de’ benigni influssi delle fulgenti