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canto duodecimo ed ultimo 309

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     Dicean che al mondo tutti aprivan gli occhi
per caritá, per zelo e per bontade.
Creder possiam che i sudditi pitocchi
di Carlo non facean difficoltade:
furon tutti filosofi agli scrocchi,
agli adultèri, all’assaltar le strade,
e fi-anchi a’ piú funesti oscuri casi,
delle nuove dottrine persuasi.
112
     Sicché tra il fi-en spiritual giá rotto,
ed il poter dei re dipinto brutto,
non v’era pei cervelli piú cerotto:
l’umanitá credea poter far tutto.
Altro non si vedea che un cacciar sotto
ed una sbrigliatezza di mal frutto:
era un sciocco l’uom giusto, il savio matto;
non era ben parlar, ma lo star quatto.
"3
Pur nondimeno il secolo era quello
detto universalmente «illuminato»;
ma il male antico era anche mal novello,
ed accresciuto ad esser smisurato.
Era il bene evangelico ancor bello,
ma soppresso, deriso e conculcato;
che i dotti, i quai danno ragione al vizio,
hanno assai concorrenti al loro uffizio.
114
     Non eran di Parigi i bei talenti
dall’util filosofica scrittura,
perché a Parigi in quel tempo studenti
non si premiava né letteratura.
In Francia esser potean quindici o venti,
che viveano a giornata d’impostura,
stampando fogli settimanalmente,
rubati da altri libri malamente.