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304 la marfisa bizzarra

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     Mille e piú gabellier con mille trame,
mostrandogli che il nero era turchino,
e computi furbeschi e falso esame,
esibendo un tributo piccolino,
gli avevano usurpato il suo reame.
Alle borse galluzza il bambolino:
crede imperar nel regno, e l’ha venduto
a mille re per un meschin tributo.
92
     Non dimandar se i mille re birboni,
per pagar il tributo lievemente,
e dare a certi mezzi certi doni,
perché ridotto han Carlo alla lor mente,
sanno accrescer gabelle ed estorsioni,
e dilatar lo stato iniquamente
del lor palliato regno e farsi ricchi,
e far ch’ogni contrario lor s’impicchi.
93
     Il quondam Gano empiuto avea i suoi scrigni
nel stabilir cotesti re genia,
ed agl’incolleriti, a’ visi arcigni
era stato flagello, epidemia.
Ricordi a Carlo avea dati maligni
col Credo in bocca e coW Avemaria,
massime che si den tenere oppressi
i sudditi inquieti per se stessi,
94
     e che si denno piluccare e mugnere,
che l’uom senza danari è mansueto.
Tal massima è ben saggia nel suo giugnere,
usata in modo oculato e discreto;
ma la sua ruota non si vuol sempre ugnere
con gli occhi chiusi a questo bel secreto,
perocch’ella fa poi troppo viaggio,
e toma pazzo chi prima era saggio.