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canto duodecimo ed ultimo 297

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     Consegna a’ tribunali i suoi sospetti
e della morta i secreti timori.
Sparasi occultamente; ecco gli effetti
d’un funesto velen negl’interiori.
Non dimandar se adopran gl’intelletti
i cancellier, magnifici signori.
La fame è un dio cerusico oculista
per aguzzare a’ cancellier la vista.
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     Secreti esami, tracce, costituti
vanno guastando la filosofía;
a parecchi stranier, che son venuti,
del guascon nota è la fisonomia;
sui popolar bisbigli non son muti;
va razzolando la cancelleria,
trova che fu bandito, ciarlatano,
abate, baro e marito e ruffiano.
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     Vedi quante gran cose inaspettate
e non previste, o forse non temute,
al filosofo nostro son pur nate,
le sue cautele a far zoppe e scrignute!
Le fogne invan si tengono turate:
dove stanno si sa che intorno pute.
Chi le malizie de’ scrittor comprende,
da’ lusinghier sofismi si difende.
66
     Gli amori colla ricca vedovetta,
le brame del guascone ed i pensieri,
tutto si scrive e va per istaffetta.
Piangean per l’allegrezza i cancellieri.
L’industre criminale formichetta
pel fil della sinopia ha i lumi interi,
ed al sistema che il mal non sia male,
fu spennacchiato il culo e rotte l’ale.