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274 la marfisa bizzarra

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     Avea questo filosofo guascone,
poiché lasciò quel padre abate santo,
piantato il laico a pie, suo compagnone,
dormente un giorno e cotto piú che alquanto;
e venduto il destriere ed il rozzone
e i ricchi guarnimenti, trasse tanto
che potè tór le poste e far viaggio,
piantar carote e cambiar personaggio.
108
     Qui apparve abate, lá uffizial da guerra, qua
inviato secreto con arcani,
lá pellegrin che per gravi colpe erra,
e tenta d’elemosine i piovani;
in qualche castellétto, in qualche terra,
fu giuocator col diavol nelle mani,
perocché certo e’ le sapeva tutte
e aggiunge alle dottrine di Margutte.
109
     Protettor fatto d’una cantatrice,
vestito nobilmente e riccamente,
ei fu in sul punto, per quanto si dice,
ch’era il borsello suo convalescente.
In questa bella trovò la fenice,
amante men dell’altre fintamente,
ma non tanto fenice che donasse,
se prima il cavalier non la sposasse.
110
     Avea raccolta questa verginetta,
tra onesti doni e le merci onorate,
d’orivuol, gemme e astucci una cassetta
e borse d’òr da esser venerate,
perché con sdegni casti e senza fretta
e con rifiuti le aveva acquistate,
con modesti atti e discorsi morali
e con le. sette virtú cardinali.