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262 la marfisa bizzarra

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     Perocché l’ozio e i sistemi novelli
aveano lor si rinvilito il core,
che tenean gran ribrezzo de’ duelli,
ma ricorreano dal governatore.
Con invenzion, tradimenti e tranelli
lo facean divenir persecutore;
poi boriosi in piazza, a visi alzati,
narra van come s’eran vendicati.
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     Qui del governatore uscieno arresti
e rabbuffi e minacce mal fondate.
Gli oppressi tosto facean manifesti,
che le bugie scoprivano storpiate:
e perché l’ira fa gli uomini desti,
le lingue piú non eran moderate,
e allor sapeano tutti i forestieri
delle famiglie il stato ed i misteri.
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     E oscure azion, prepotenze e clamori,
debiti, usurpi e liti poco sante,
e mille altre vergogne sbucan fuori,
perché parta erudito il viandante.
Sapeasi che i men ricchi ne’ colori
avean la casa in sostanza abbondante,
e che, per non far debiti all’usanza,
vivean modesti e con poca baldanza.
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     Non v’era altra ragion per le oppressioni
che la disuguaglianza de’ vestiti,
e de’ risarcimenti le ragioni
erano sangui antiqui e gran partiti.
Se v’eran degli agiati illustri e buoni,
questi non difendevano i traditi,
perocché in terzo, in quarto o in quinto grado
tenean con gli oppressori parentado.