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canto primo 17

15
     Leggeano in quei siccome entro alle mura
delle vergini sacre ivan gli amanti,
come fuggian da quelle alla ventura
le donzelle ivi poste, andando erranti.
E vestite come uomo, alla sicura
dormian co’ maschi del fatto ignoranti,
e il loro imbroglio al terminar de’ mesi,
ed altri casi all’uso de’ francesi.
16
     Nelle commedie il costume novello
correva ancora, e cavalieri e dame
si vedean entro con poco cervello,
per l’onor, per l’amore o per la fame.
E turchi in scena con un gran drappello
di mogli pronte sempre alle lor brame;
e dileggiar gli eunuchi le schiavacce
con mille detti lordi e parolacce.
17
     Donde gli amor, gli equivoci ed i gesti,
unití alla natura e al mal talento,
faceano i paladini al vizio presti,
o lo teneano in freno a tedio e a stento.
Altri scrittor piú dotti e disonesti
per i lor fini, a tal cominciamento,
stampavan libri sottili e infernali,
dipingendo i mal beni ed i ben mali.
18
     I paladin leggeano i frontispizi
e qua e lá di volo sei parole;
poi commettevan mille malefízi,
intuonando: — Il tal libro cosí vuole. —
Se v’era alcuno ch’abborrisse i vizi,
e dicesse: — Non dessi e non si puoi e, —
gridavan: — Chi se’ tu e’ hai tanto ardire
i paladin di Francia di smentire? —