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238 la marfisa bizzarra

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     La badessa in furor scrive a Turpino;
la vicaria a due frati narra il caso;
la sacristana il narra a un abatino;
vuotano l’altre alla castalda il vaso;
una scrive all’amica, una al vicino:
in un momento a ognun la cosa è al naso.
Turpino alla badessa manda a dire
che si deve il silenzio custodire,
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     perché non vuol che scandal si dilati.
La badessa alle suore dá il precetto:
le suore a capo basso, occhi serrati,
tutte dicean: — Silenzio vi prometto. —
Turpino intanto un prete, de’ fidati,
manda a Rugger col caso in un viglietto,
e lo consiglia a fare a Carlo istanza
di spedir genti, e dá buona speranza.
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     Al capitar del prete, la famiglia
del buon Ruggero è giá tutta in rivolta.
Bradamante gridava: — Para, piglia, —
che la sua borsa d’oro è stata tolta.
Ruggero è fuor di sé per meraviglia,
né sa di borsa, e ognun guarda ed ascolta;
non si dovea saper che la sua sposa
tenesse borsa di soppiatto ascosa.
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     Bradamante era fuor de’ sentimenti,
e strilla, e i servi vuol morti e le fanti,
e disse della borsa fuor de’ denti,
tanto di borsa, grida a tutti quanti.
Ipalca manca dagli alloggiamenti,
adunque Ipalca ha involati i contanti.
— Si cerchi Ipalca — Bradamante grida:
— se le strappi la borsa, e poi s’uccida. —