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Sien le ragioni del sommario mio,
se degli antichi autor seguo la traccia,
che invan per tanti secoli l’obblio
con essi ha fatto alle pugna, alle braccia.
Spesso in soccorso il vostro lavorio
egli ha chiamato a dar loro la caccia,
o susurroni, o scrittorei di paglia,
ed ha sempre perduta la battaglia. 4
Che dopo un breve tuono e un parapiglia
v’andaste in fummo o dileguaste in guazzi;
e fu la vostra quella maraviglia
delle cittá di neve de’ ragazzi.
Cosí va chi aver fama si consiglia
dal rumorio di stolti popolazzi,
ch’oggi al poeta fan plauso e decoro
con la ragion che poi lo fanno al toro. 5
Segua che vuole a questo mio libretto,
di Marfisa bizzarra io cantar voglio.
Cantolla un altro e non ebbe concetto,
perché non dice il ver d’essa il suo foglio,
e ’l buon Turpino non aveva letto,
disprezzando gli antichi con orgoglio;
onde rimase con Paris e Vienna
ad aspettar qualche moderna penna. 6
Voi, che non isdegnate i versi miei
e de’ nostri buon padri avete stima,
né vi curate de’ furor plebei,
perché non giungon del Parnaso in cima;
voi, brigatella, in soccorso vorrei
sola all’oppressa mia povera rima;
voi ricogliete il parto, e fate nulla
l’arte che i figli nostri affoga in culla.