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210 la marfisa bizzarra

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     Cosi la quaglia maschio, dal quaglieri
e dalla quaglia femmina disposta,
seguendo il canto, cieca volentieri
entra sotto del bucine a sua posta.
Nessuno al suo viaggio andò leggeri
quanto Mariísa, che al laccio s’accosta;
la mente fitta aveva nel guascone,
entrando sotto al bucine in prigione.
20
     In una stanza la badessa stava
con parecchie sorelle intorno via.
Marfisa la baciava e salutava,
e basso le diceva: — Andiamo via. —
Fiordiligi in sul grave si rizzava,
e disse forte: — Sappi, figlia mia,
io deggio dirti questa cosa sola:
che fuor di qua non esce chi non vola. —
21
     Le sono intorno l’altre monacelle,
dicendole che avesse pazienza,
e s’inchinasse al cielo ed alle stelle
che l’avean sentenziata in penitenza.
Marfisa guarda queste e guarda quelle.
— Che penitenza? — disse — che sentenza?
E non potea rassettar nella mente,
che le avvenisse il caso impertinente.
22
     Poi, vòlta alla badessa, riscaldata:
, — Io venni per saper di quell’amica
— disse, — per quella lettera mandata,
che voi sapete senza ch’io vel dica. —
Rispose la badessa sussiegata:
— Quello io vi scrissi per scansar fatica,
ma brievemente la storia sincera,
Marfisa, è che voi siete prigioniera. — .