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206 la marfisa bizzarra

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     Donde cresceva sempre maggiormente
ne’ religiosi l’arte e la magagna.
Il secol diveniva miscredente,
e sempre piú volgeva le calcagna.
Cosi il disordin reciprocamente
era omai divenuto una montagna.
Avea ragion Turpino alla questione,
e Rugger paladino avea ragione.
4
     Mi converria saper fino ab initio
chi fosse primo, il secolare o il prete,
a dar cagione al mal, cadendo in vizio,
per dar sentenza; e so che m’intendete.
Ma io non voglio far cotesto uffizio
di veder chi fu il primo nella rete,
perocch’ella saria parte odiosa.
Orsú, non farò mai cotesta cosa,
5
     Rugger, don Guottibuossi e Bradamante
sopra tre scranne in una cameretta
consiglian come quella stravagante
si potesse cacciar nella celletta,
perché il farla pigliar da un arrogante,
da tre, da quattro, e farla annodar stretta
e portarla in convento, non va bene,
che farebbe una scena delle scene.
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     Dicea Rugger: — Io mi sento che scoppio.
Che direm, Guottibuossi, e che faremo? —
Bradamante dicea: — Diamle a ber oppio,
e addormentata via la porteremo. —
Dicea don Guottibuossi: — Ho un pensier doppio;
lasciate ch’io il maturi, e parleremo.
Tutto ha rimedio fuor che il collo in pezzi. —
Bradamante l’aiuta co’ suoi vezzi.