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canto ottavo 193

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     Ponlo con un cattolico, è cristiano;
ponlo con un eretico, ei s’adatta;
con un pagano, e’ par nato pagano;
con un giudeo, giudeo sembra di schiatta.
Accorda tutto, è universale e piano,
e veramente sa come si tratta;
coltiva tutti, con ognuno è amabile,
e infine è un uom moderno, inarrivabile.
40
     Io non posso, Ermellina; ti prometto
che sono indiavolata per colui:
non lascerò giammai quel caro oggetto;
mai piú, Ermellina, d’uom si cotta fui.
Se tu provassi il foco e’ ho nel petto
per le bellezze, per i merti sui,
tu piangeresti e mi compatiresti,
e per compassion m’aiuteresti. —
41
     E qui Marfisa al collo d’Ermellina
piangeva e singhiozzava amaramente.
L’altra avea la corata tenerina,
e sapea ben che Amore era possente;
donde, commossa, scorda la dottrina,
comincia a lagrimar dirottamente,
e quando il singhiozzar le permettea:
— Convien lasciar... convien lasciar... — dicea.
42
     Marfisa sempre va crescendo il pianto,
dicendo: — Io non lo posso, che son morta. —
Intenerisce l’altra, che altrettanto
apre a un ruscel di lagrirne la porta.
Ma finalmente disse: — Vedo quanto
sei spolpata d’amore; ti conforta.
Io scopro che a guarirti le parole
son vane e che un miracolo ci vuole.
e. Gozzi, La MarJUa btMMarra. 13