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190 la marfisa bizzarra

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     E se viver pur dèi del mondo in mezzo
con buona fama e con riputazione,
s’ei col giudizio t’ha posta nel lezzo
e sei del mondo in trista opinione,
dell’innocenza attenderai da sezzo
premio nel ciel, ma non fra le persone;
né t’appagar di qualche riverenza
d’adulazione o di concupiscenza.
29
     Molto ben sa la legge nel suo core
la maritata, che le pose il mondo;
la sa la vedovella pel suo onore,
e la fanciulla la conosce a fondo:
ma la foia, il capriccio ed il furore,
la vanitá mena la mazza a tondo;
e maritate, vedove e donzelle
spezzan le leggi e fabbrican novelle.
29
     Un «costume novel» detto è l’abuso.
Gli scrittoracci pieni di lussuria
co’ lor riflessi aiutano il mal uso,
perché godon veder le donne in furia;
e i giovinastri lor dicon sul muso
ch’è sciocco pregiudizio il far penuria.
Ma il mondo in pieno a chi non ha cervello,
credi, Marfisa, dietro fa un libello.
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     Scommetterei, sorella, che se sposa
t’esibisci al guascon, ch’è tuo piacere,
la tua gioia, il tuo core, la tua rosa,
e che speri che t’ami di sapere;
ei rivolge il discorso ad altra cosa,
facendo il sordo o albanese messere,
che quanto piú vizioso è l’uomo e franco,
men vuol Marfise per ispose al fianco.