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canto ottavo 189

23
     L’Ermellina soggiunse: — Adagio un poco,
cara sorella, non vi riscaldate.
Con questo furor vostro e troppo foco,
credendo farvi onor, vi rovinate.
Gesú, Giuseppe e la Madonna invoco,
e vi farò veder che v’ingannate,
e che il vostro cervello ha un po’ di vizio,
credendo il mondo sempre in pregiudizio.
24
     Sonvi tre leggi, e la divina è prima,
la seconda è del re che ci corregge,
forma il popol la terza in ogni clima;
benché non paia, ella è purtroppo legge.
L’ubbidir la divina e farne stima
fa, dopo morte. Dio iel ciel ci elegge;
chi la seconda offende, non fa bene,
perché ha morte, prigione ed altre pene.
25
     Gli offensor della prima, al pentimento,
trovan misericordia ed han perdono.
Il re pietoso, ed anche oro ed argento,
fa cambiar la seconda nel suo trono.
Se il popol giudicato ha il portamento
di donna, d’uomo, o l’ingegno, non buono,
perdio! s’è santo ed ha cervel divino,
è un ladro, un traditor, un Truffaldino.
26
     Le colpe innanzi a Dio non sono oscure,
il re co’ suoi processi le fa chiare;
il mondo guarda, e fa sue conietture:
dritte o torte che sien, vuol giudicare.
E, verbigrazia, tu non vuoi misure
nel viver, nel parlar, nel praticare;
nel cor potresti anch’esser santa Rosa,
t’ha giudicata il mondo un’altra cosa.