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canto ottavo 187

15
     Replica la disfida e chiama vile
il marchese Terigi e poltroniere.
Gualtieri è corbacchion di campanile:
risponde che l’accetta con piacere;
ma che rinunzi prima, s’è civile,
il suo pubblico incarco all’imperiere,
e poscia che sará di lá dal ponte,
in sulla Senna, come un Rodomonte.
16
     Comincia Filinor pubblicamente
a narrar per la piazza le faccende.
Terigi è* in sull’avviso, e colla gente
narra la sua risposta e si difende.
Ognun gli dá ragione apertamente,
e la bassezza del guascon riprende.
Tutto Parigi entrato era in questione,
e si dava al marchese la ragione.
17
     Ne’ pubblici discorsi la canzona
finiva in sulle spalle di Marfisa.
Se le metteva in capo una corona
di pazza, d’immodesta e d’altra guisa.
Si sa che, quando un popolo ragiona,
ha piú valor chi muove maggior risa,
né si guarda alla dama o alla plebea
ne’ titoli, ne’ detti o nell’idea.
18
     Se avea Marfisa amica donna alcuna,
si potea dir che questa era Ermellina.
La moglie del danese era quell’una
che sola le poteva star vicina.
Era una dama fatta in buona luna,
che si piccava d’esser indovina,
sincera, perspicace e di coraggio,
atta a dar un consiglio molto saggio.