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canto sesto 157

95
     Gano con sue parole assai stemmatiche,
facendo il vecchio stanco e cagionevole,
dice: — Qui son, ma pesanmi le natiche:
venni per questo putto meritevole.
Quando si tratta di cose tematiche,
ogni fatica dev’essere agevole.
Raccomando alla vostra pia natura
quest’uomo insigne, ch’è mia creatura. —
96
     Con Ipalca Marfisa in un cantone,
coperta d’un zendale, è alla vedetta,
ed a’ votanti mette soggezione
col ventaglio e facendo la civetta.
Talor con leggiadrissima invenzione
apre il zendal, poi lo richiude in fretta.
Ad alcun paladin si mostra altera,
ad alcun sorridente e lusinghiera.
97
     Entrati nella sala Carlo Mano,
prelati, paladini e cavalieri,
chiuse furon le porte a mano a mano.
Gli aspettator rimason co’ pensieri.
Lettor, l’avvenimento speri invano:
ch’io tei dica, per or non è mestieri;
deggionsi risparmiar de* fatti alquanti
per la materia de’ seguenti canti.



fine del canto sesto