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154 la marfisa bizzarra

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     La fama è grande che il guascon facea
quella solennitá per le pallette,
sicché tutto Parigi concorrea:
portar si fa chi sentiva di gotte.
La folla è un mare, e la mente ponea
alle disposizion de’ lumi dotte,
al canto, al suono ed alla fornitura,
e dell’Eucaristia poco si cura.
84
     Angelin di Bellanda, la mattina
del cimento fatai, per tempo assai
con la sua famigliuola si meschina
er’ito a certi frati pien di guai,
in una chiesa fuor di via, piccina,
dove le genti non andavan mai,
perch’era ignuda e sull ’aitar maggiore
due candeluzze sol facean splendore.
85
     Organi non ci sono; oro o ricchezza
non si vedea; ma le pareti bianche;
tenuto il pavimento con nettezza,
e gli altari e le lampade e le panche;
ed un silenzio, una certa grandezza
splende, che si può dir che nulla manche
a compunger il core e a capir tosto
che il puro agnel divino è qui riposto.
86
     Scosse Angelin della sua famigliuola
le tasche tutte, e in una carta ha messa
di quaranta soldon la somma sola,
ch’altro non puote; e con faccia dimessa
a’ fraticei diceva una parola:
che lor piacesse far dire una messa;
e ginocchion sul spazzo si mettea
nel tempo che la messa si dicea.