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152 la marfisa bizzarra

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     Seppelo Gano, e tosto quell’ostiere
fece con un esilio cacciar via.
Io so, ciascun la ragion vuol sapere
che Gano a Filinor si amico sia.
Scrive Turpin che il santo menzognere
col guascone una scritta fatta avia,
che se l’incarco del sigillo avea,
la metá poi dell’util gli dovea.
76
     Non si denno le cose in questo mondo
sol nella superfizie giudicalle.
10 vidi un cacciator ir nei profondo
cacciando sforzanelle in una valle:
la superfizie il terren di buon fondo
gli dimostrò con erbe verdi e gialle;
misevi i piedi e sprofondossi poi,
si che il trassono a stento un paio di buoi.
77
     Poco mancava al giorno stabilito
dal parlamento a tutta l’adunanza,
per dover porre il sigillo a partito.
Spazzata e in apparecchio è la gran stanza.
11 giorno innanzi Ganellone è gito
ad un convento detto l’Abbondanza,
dov’eran certi frati, che nel core
erano col vestito d’un colore.
78
     Nel magnifico tempio eletti marmi
aveano e arredi di ricchezza immensa.
Dicea Gano: — Io vi prego a voler farmi
l’esposizione in sulla sacra mensa. —
Suoninsi le campane, ed inni e carmi
volino al ciel che a noi tutto dispensa.
Vo’ fare una sant’opra, e dal Sovrano
chiedo sia benedetta dalla mano.