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4 | la marfisa bizzarra |
Non posso tuttavia ridurre interamente il mio cuore a disprezzar questo poema quanto, uniformandomi ad altri, sarei capace esternamente di avvilirlo con le parole. Qualche picciola parte della mia fragile umanitá, non atta alla filosofia, sente un vermicciuolo di predilezione, il qual è poi anche una delle vere cagioni della mia dedica. Si farneticherá forse per indovinar la ragione per la quale io abbia donati più alle sue che ad altre mani de’ fogli spiranti satira per ogni verso. Appago questa curiositá. Certi modi franchi e svelati ne’ discorsi dell’Eccellenza Vostra m’hanno fatto giudicare che convenga più a lei che ad altri una tal dedica, e forse forse procuro con questo dono di sedurre l’animo suo a leggere la Marfisa con una favorevole disposizione. Gli onesti satirici non possono tener celato nemmeno un artifizio che usano in loro favore, com’Ella vede.
Per la cognizione che ho delle sue vaghe produzioni poetiche, del suo intelletto e della sua vivacitá di esprimere un sano giudizio, la sua lingua è da temersi quanto sarebbe da temer la Marfisa bizzarra, se ella avesse il merito che ha la sua lingua. S’io fossi un poeta mellifluo, caderebbero le mie lodi sopra il suo leggiadro portamento, sopra i gigli e le rose del suo colorito, sopra l’oro dei suoi capelli e sopra temi consimili, possedendo Vostra Eccellenza abbondanza di qualitá anche di questa spezie. Sieno i suoi fioriti giardini fatti immortali da que’ tanti cigni che la circondano. Un poeta satirico è per lo più colpito da un animo franco e da una lingua sincera: per questa sola ragione le mie parole pendono più a queste due che all’altre sue molte rare qualitá. Se tutti gli animi franchi e tutte le lingue sincere s’abbattessero a rendersi osservabili agli amanti del vero, tutti quelli che possedono queste due qualitá goderebbero di quelle fortune che accrescono splendore a’ meriti grandi di Vostra Eccellenza; ma di rado i franchi e sinceri s’incontrano in tali amanti, e per ciò, quando dovrebbero abbattersi a fortune, si abbattono a sciagure.
Si danno sulla terra due generi di persone dette «satiriche» senza considerazione. Il primo è d’invidiosi, inquieti, maligni, traditori, ingrati, d’un interno avvelenato, odiatori, disperati.