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CANTO QUINTO.


ARGOMENTO.


     Un amor forte la bizzarra prende
di Filinor. Terigi si dispera;
pur fa grand’apparecchio, e spande e spende
per ricrear la sua sposa una sera.
Alla ricreazion schiere tremende
giungon, e fassi descrizion sincera
di dame e cavalier. Non vien l’infida;
Terigi piange, e il cappellan lo sgrida.


1
     Io non son di natura curioso;
pur, quando sento ruote e la scuriada,
m’affaccio alla finestra furioso
e vo’ veder chi passa per la strada.
Però non istupisco, e son pietoso
che il popol di Parigi in folla vada
a veder la carrozza che ho narrata:
io sarei stato capo di brigata.
2
     Non sempre e in ogni loco curiosa
soffro la gente molto volentieri,
e, verbigrazia, a un’opera fecciosa
che corra e spenda e gridi e si disperi.
Questa curiositade è pemiziosa,
io dico, e di cervei troppo leggeri.
Quella carrozza era una cosa bella
e rara, e in piazza, e si dovea vedella.