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94 la marfisa bizzarra

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     Io vorrò correr le poste talora
con chi mi piace, e voi non ci sarete.
Qualche viaggio lungo farò ancora,
e quando tornerò mi vederete.
Ragioniam netto adesso per allora,
ch’io non soffro ingrognati e vo’ quiete.
Un cavaliere, quando la sposa ama,
non si scorda giammai ch’è nata dama.
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     Parean aspri a Terigi questi detti,
ma dall’amore egli era sbalordito,
e tanagliato da mille rispetti.
Abbassa il capo col riso scipito,
col collo torto e co’ denti ristretti:
sol rispondea: — Vi sarò buon marito:
ogni cosa andrá bene, e fia bellissima,
quand’ella fia piacer vostro, illustrissima.
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     Sappi, lettor, che Terigi al lasciarla
senti strapparsi il cor dalla corata.
Impossibil gli par di meritarla.
Con inchin parte, e sospira e la guata.
A casa giunto, manda a regalarla
di drappi da Lion per la vernata
e per la state e per ogni stagione,
velluti, merli e pelli, un milione.
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     Molt’altre dame eran spose a Parigi,
e molte n’eran sposate di fresco
al tempo di Marfisa e di Terigi,
scrivon le storie, dalle quai non esco.
I paladini dietro a’ lor vestigi,
e tutto quanto il popolo francesco
andava a contemplarle mascherate,
ch’ivano in piazza a far le passeggiate.