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un natale a ceylon 69

in gabbia, qui sono le tigri che costringono in gabbia gli uomini; non la tigre, veramente, che manca in queste foreste, ma il leopardo e la pantera nera cingalese, temibilissima. Le stanze sono disposte attorno a un cortiletto, un piccolo patium centrale, e sono di una malinconia indescrivibile, in muratura bianca di calce fino a mezza parete, dalla metà in su in legno traforato a giorno e aperto, così, al minimo soffio ristoratore; v’entrano liberamente i piccoli alati della jungla, i passeri bengalini, con la fiducia incredibile che hanno per l’uomo gli animali dell’India....

Una camera da letto d’una semplicità da certosino, una sala con qualche pretesa europea, una cucina e una vasta dispensa che ho adibita a laboratorio con le mie casse e i miei barattoli; dinanzi alla casa un giardinetto derisorio, con un’aiuola triangolare dove il guardiano cura con grande amore alcuni grami gerani d’Europa, storditi dal clima e umiliati dalla flora circostante. In quest’eremo mi raggiunge stamane il clangore remotissimo delle Missioni.