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goa: “la dourada„ 43

posti dal caso nel nostro povero cervello umano, nell’infanzia prima. Termina oggi il viaggio intrapreso a matita sull’atlante di vent’anni or sono, termina a bordo di questa tejera sobbalzante, una caravella panciuta, lunga trenta metri alla quale è stata senza dubbio aggiunta la prima caldaia a vapore che sia stata inventata. Ma tutto questo è indicibilmente poetico e mi compensa della vuota eleganza dei grandi vapori moderni dalle cabine e dalle sale presuntuose di specchi e di stucchi Impero e Luigi XV, dall’odore di volgarissimo hôtel, dove è assente ogni poesia marinaresca, ogni senso della cosa nuova e dell’avventura. Qui tutto è poetico, e la mia nostalgia può sognare d’essere ai tempi di Vasco De Gama, di navigare alle Terrae Ignotae, alle Insulae non repertae....

Dormo in una cuccia dall’oblock a telaietti come una finestra settecentesca. Scorpioni, blatte, termiti in abbondanza, ma in compenso ho intorno immagini e statuette di santi: da Nostra Signora del Soccorso a San Francesco Saverio: con strane preghiere in portoghese, per l’ora