stata. Furono, invece, molestatissimi per quasi un millennio, e la loro pace e la loro floridezza non data che dalla conquista degli Inglesi, i quali riconobbero le loro qualità, li incoraggiarono e li protessero. Oggi sono nelle mani dei Parsi i più grandi capitali di Bombay. Dipende dai Parsi gran parte del movimento politico, escono dai Parsi i migliori commercianti e i migliori laureati. Eppure, nessuno è più del Parsi ligio al suo passato, nessuno è meno di lui affetto da anglomania. Molti Indù vanno in tuba e in isparato. I Parsi vestono come mille anni fa, quando vennero profughi da Persepoli; gli uomini con una larga zimarra bianca, sul capo un’alta tiara nera simile ad una mitra (la cosa che più colpisce l’europeo sbarcato da poco); le donne si avvolgono di sete a vivi colori, giallo-zolfo, gridellino, rosso ciliegia, verde-salice, che danno rilievo ai capelli nerissimi e al pallore ambrato del volto. Come alle loro foggie millenarie, così sono ligi alla loro fede e ai loro riti: la dottrina di Zoroastro, ispirata alla religione degli elementi creatori e conservatori, il Sole prima di tutto, e il Fuoco,