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le torri del silenzio 25

gieri indigeni, che siedono invariabilmente sulle calcagna incrociate, così che si ha l’illusione penosa di veder passare carrozzoni elettrici interamente occupati da infelici senza gambe; un ramo di orchidee malefiche, che si protende dalla cancellata di un giardino; due bimbi Indù, che sono venuti alle mani per una latta di sardelle vuota; un santo, che medita, seduto sui gradini del monumento alla Regina Vittoria; i bengalini minuscoli, che nidificano nell’elsa della spada di Re Edoardo....

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I miei amici di Bombay si adoperano invece per farmi vedere dell’India le cose che si lessero nei libri e che si videro dipinte. Esistono anche queste. Così, per cortesia di Monsieur Lebaut, l’agente famoso del famoso Hagembeck, assisterò, forse, ad una caccia alla tigre; per i buoni offici del dottor Faraglia, il medico italiano notissimo di Bombay, vedrò una danza di bajadere in una famiglia bramina tra le meno accessibili all’europeo. Da tre gior-