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il vivajo del buon dio 261

come dimostrare loro la mia fraterna simpatia: le mie mani giungono appena ad accarezzare la proboscide ruvida come un tronco, l’estremità delle orecchie logore, strappate come vecchie gualdrappe di cuoio.

E altre creature vi sono, ripugnanti e malefiche: e le più malefiche sono le più venerate. Il cobra, simbolizzato dalla teogonia bramina, divinizzato in marmo e in metallo in tutti i templi, è salutato con uno speciale rituale di riverenza e di scongiuro dal contadino indù che l’incontra attraverso un sentiero di campagna.

Ogni tempio ha negli stagni liminari legioni di testuggini e di coccodrilli decrepiti e venerati. Il pasto dei coccodrilli sacri è una delle grandi curiosità offerte al forestiero e che si ripete con rituale identico nei templi di Giaissur, di Ambex, di Tuadura. Un custode scende alle ultime scalee, seguito da un servo che reca un cesto di carne putrida; batte con un crescendo fragoroso un disco di rame, ed ecco sollevarsi pigramente le grandi foglie di ninfea e di nelumbo, ecco apparire tra i calici rossi dei nenufari i mostri spaven-