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212 | giaipur: città della favola |
colonna, dove la carità dei passanti depone il becchime per gli uccelli anch’essi affamati nell’intristire dell’ultime gramigne. Sotto le piccole cupole a pagoda è un vero turbinìo di pennuti minuscoli: cocorite, passeri bengalini che vengono, vanno trillando di letizia riconoscente. Anime delicate di fanciullo e di francescano, questi indù raiputi, che hanno la fame alle porte, e sentono la necessità d’un profumo e d’un fiore, e dividono il pugno di grano giunto d’oltremare con le piccole creature di Brama!
Giaipur, 10 febbraio.
I giardini del Maraja sono di una malinconia cimiteriale che pure ha il suo incanto sotto questo cielo non nostro. Le palme, i cipressi, gli aranci sono tagliati a forme geometriche, tra siepi di busso, di rose bengali, moderate secondo lo stile francese del secolo XVIII. Anche le piscine per gli elefanti, gli stagni per i coccodrilli e le testuggini hanno sagome Luigi XV; a questi motivi occidentali s’alternano, con bizzarria che non dispiace, le