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fachiri e ciurmadori 193

dita, depone in una buca del terreno, ricoprendolo di terra e calpestandolo accuratamente; poi distende sulla seminagione un fazzoletto favorito da uno di noi. Allora inizia qualche altro gioco, per distrarre l’attenzione del pubblico. Ritorna poi, ad intervalli, al seme di mango, ed ogni volta la pianticella ha messe due, tre foglie di più, finchè al termine dello spettacolo raggiunge le dimensioni d’un arboscello con due frutti e qualche fiore. Uno sviluppo miracoloso che richiede una raccolta progressiva di non meno di cinquanta esemplari, sostituiti con un’abilità che sfugge ad ogni mia vigilanza.... E che mi ricorda le cinquanta parrucche progressive di quel tale parrucchiere calvo che simulava lo sviluppo di una chioma assalonica, alla corte di non so quale Luigi di Francia.

Ma quali simulatori consumali sono questi giocolieri! Con quale arte istrionica raffinatissima, sconosciuta ai nostri prestigiatori, illudono, deviano la nostra attenzione, con quale mimica seguono lo sviluppo del mango, fingendo l’incredulità