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agra l'immacolata 181

anche noi alla mole che abbaglia. E da presso appare all’occhio abbacinato quanto l’arte costretta alla semplicità assoluta possa tuttavia fare nel marmo, e vediamo il Tai qual è veramente: una mole ed un gioiello, l’edificio d’un Titano e il capolavoro d’un cesellatore moresco, ottenuto con gli scarsi motivi islamitici: ornati geometrici, ghirlande di parole sacre, gracili motivi floreali. E anche qui l’onice nerissima, intagliata e immessa nel marmo con una tecnica sconosciuta al tempo nostro, segue ogni voluta, ogni traforo, aumenta il candore opalescente dell’insieme, come una striscia di kool, tracciata dal pennello sottile sotto la palpebra, aumenta il balenio perlaceo nell’occhio d’una bajadera.

Le porte d’argento — l’argento sul candore del marmo! — riproducono l’intero Corano, a parole scomposte e ricomposte come in una cabala.

Entro nel mausoleo, m’avanzo verso i due mausolei dove dormono da tre secoli i coniugi amanti che vollero con l’amore vincere la morte. Poichè tutti sanno che il Tai-Mahal fu eretto dall’imperatore Shah-Zehan, disperato folle per la morte