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l'impero dei gran mogol 163


— J’ai toujours revé ce tableau là quand j’étais fillette, sur un coussin de ma tante Véronique! Et voilà qu’il y a vraiment une chose comme ça.

Poi trascinando la compagna più vicina all’immensa parete cesellata e palpando con mano voluttuosa l’intrico della scoltura:

— Il faut se rappeler cette broderie ici, pour une robe d’intérieur!

Avanziamo a piedi tra le ruine che non hanno confini. Una vegetazione senz’anima: di latta, di cuoio, di stoppa, una vegetazione che non è mai stata viva s’alterna con la pietra morta; e sui cipressi, sui baniam, nodosi e contorti come in uno spasimo d’arsura, tra la steppa sanguigna e il cielo di cobalto, mettono una nota gaia di vita i signori del luogo: i pappagalli, i pavoni, le scimmie. Come s’illeggiadrisce un capitello giaina, tozzo di quattro teste elefantine di Ganesa: il Dio della saggezza, se un pavone vi balza improvviso, inondandolo di una cascata di zaffiro e di smeraldo! E le grate di marmo candido, frastagliate con tutti i motivi dell’Islam, come si ravvivano per le chiazze