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l'impero dei gran mogol | 157 |
come da noi le carrozze tramviarie. Si sale sopra uno dei colossi, attraverso una specie d’arrembaggio inclinato e si sta in otto nel castelletto ad ogive. Misero equipaggio e misera bestia da nolo, che ebbe certo i suoi giorni splendidi nella reggia di qualche Maharajah, cent’anni or sono.... Oggi la pelle si è raggrinzata sull’immensa carcassa, come la corteccia degli olmi secolari; e non servono a ringiovanirlo la gualdrappa logora frangiata d’oro stinto, nè la truccatura bianca rossa azzurra, a cerchi vivaci, intorno agli occhi ed alla proboscide.
— Les pauvres oreilles! On les dirait de feuilles rongées par les chenilles!
È vero. Le orecchie immense, zebrate di nero, agitate di continuo, sono logore dagli anni e dai malanni, qua e là tagliate a grandi lobi, come le foglie corrose dai bruchi. Ma quanta intelligenza negli occhi minuscoli, dove s’alterna la bontà e la scaltrezza, la mansuetudine ed il risentimento.
Il cornac, un giovinetto, sta seduto alla budda sul collo possente e dirige la mole immensa con l’ankus, un bastoncino ri-