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156 l'impero dei gran mogol

che portano fino in queste solitudini il loro sorriso intrepido e la loro gaia mercatanzia.

Delhi, 25 gennaio.

— Delhi, Agra: Le royaume du Gran Mogol! Le Gran Mogol, Madame, qui avait un penchant pour les jolies parisiennes.

— Peut-on le voir, ce monsieur-là?

— È morto da trecento anni.

— Hélà! Nous arrivons toujours troptard....

Ci liberiamo dalla folla policroma dell’immensa stazione indiana. Fuori, ad attenderci, i più pittoreschi mezzi di locomozione: i yinricksharws, le carrozzelle in lacca e bambù su ruote modernissime da bicicletta, tirate di corsa da indigeni vociferanti, carrozze strane, triangolari, che il cocchiere guida seduto in avanti, sul timone sottile, diligenze barocche sovraccariche di ori, di fiocchi, di sonagli, trainate da coppie di zebù, il bove indiano, minuscolo, gibboso, velocissimo; e campeggianti in disparte, disposti in ordine, gli elefanti da nolo, recanti ognuno un cartello in varie lingue indicante la mèta,