Pagina:Gozzano - Verso la cuna del mondo.djvu/171


i tesori di golconda 145

ma, per ordine di Aurangseb, fu risparmiata la vita del Sultano. Bisognava strappargli il segreto ch’egli solo conosceva, sapere da lui il luogo dov’erano scomparse, durante l’assedio, le gemme favolose e i tesori dello Stato. Rubini dell’Oxsus, zaffiri del Tibet, perle di Ceylon, diamanti di Sam-Bal-Pur e di Carmur, lapislazzuli di Bavacan: si parlava di gemme profuse ad altezza d’uomo, in grotte sconosciute, murate con gli scheletri degli ultimi guardiani, per suggellare il silenzio. Il Sultano solo sapeva. Il disgraziato fu trascinato ad Aulabad, nella reggia del vincitore, e fu sottoposto alle più raffinate torture; uno stuolo di carnefici lo martoriava, uno stuolo di medici doveva ravvivarlo quando stava per agonizzare. Tutto fu vano; egli esalò l’anima improvvisamente, portando nell’eternità il mistero dei tesori accumulati....

Si sale lungo la fortezza, tra le moschee decrepite e i cannoni interrati a metà nella polvere. Si passa tra le ruine degli antichi palazzi, espugnati da poco più di un secolo e più distrutti che avanzi millenarii. Dalla sommità del forte si domina tutta