Pagina:Gozzano - Verso la cuna del mondo.djvu/168

142 i tesori di golconda

cetacei; sembra di percorrere una pianura selenica e veramente la natura ha fatto qui, con la pietra morta, uno scenario più fantastico delle vive foreste del Malabar. Via via che si avanza i macigni si fanno più frequenti e più colossali, si accatastano in piramidi di cento metri, arieggiano il profilo di colline inverosimili, qua e là traforati di spazi luminosi, come nei cumuli delle trincee. Esclusa, per evidenza geografica, la supposizione di massi erratici, non so davvero come i geologi possano spiegare l’accatastarsi dei macigni in questa pianura immensa; la leggenda indù li vuole caduti dal cielo; afferma che essi sono l’avanzo del mondo, rimasto tra le dita del Creatore e che egli arrotolò per gioco e precipitò sulla Terra. Certo il gusto dell’inverosimile, del fantastico, del colossale che domina nell’architettura indiana ha trovato in questa natura ciclopica i suoi modelli e le sue fondamenta.

Golconda! Al di là d’un gran fiume asciutto s’innalza il fantasma della città morta, con le sue mura ciclopiche, livide come il macigno circostante, merlate e traforate con arte singolare. Attraversiamo il